GRUPPO "Consulta le Donne"
COMUNICATI
Venerdì, 6 maggio 2013
Festa della mamma in Italia e nel mondo Mother’s Day
La Presidente della Proloco, Anna Maria Pini, ed il gruppo Consulta le Donne, vi invitano, venerdì 10 maggio, in piazza Italia, per festeggiare con gli alunni delle scuole elementari “Dante Alighieri”, “Francesco Petrarca” e "GPD" e gli studenti delle scuole medie "Leonardo da Vinci" e "G. Mazzini", la giornata dedicata alla festa della mamma.
Anche quest’anno, per la collaborazione dei Dirigenti scolastici e la disponibilità degli insegnanti, l’incontro del gruppo Consulta le Donne con le Scuole di Colleferro è stato organizzato con l'intento di far divertire gli alunni e di farli apprendere giocando, attraverso il loro più ampio coinvolgimento. Gli alunni saranno "impegnati" in attività che gli consentiranno di arrivare al significato originario della festa, attraverso alcuni giochi, anche con il fine di valorizzare la loro creatività ed il loro pensiero nell’uso e nella manipolazione di materiali naturali e riciclati, con un chiaro messaggio ambientale.
La festa si svolge in piazza, con genitori, nonni, fratelli, sorelle e cittadini comuni per sottolineare l’importanza, nella vita della comunità, dello spazio pubblico aperto a tutti, vissuto quotidianamente come centro per lo scambio di idee e la possibilità di nuove relazioni, dove stimolare la priorità di alcuni valori, quali il dialogo e il dibattito, nel tentativo di rafforzare i rapporti tra le persone, promuovere forme di contatto e di autenticità nella comunicazione con gli altri, oltreché con sé stessi.
Lo facciamo con impegno, divertendoci – prosegue Beatrice Zangrilli, delegata del gruppo Consulta le Donne - per sollecitare l’interesse e la curiosità dei bambini, avvicinandoli ai valori della vita, quali la nascita e il risveglio della natura, che si rinnova a primavera.
La festa della mamma si celebra in tutto il mondo in tanti modi diversi; oggi di questa importante festività prevale il significato legato ai nostri tempi, ma la civiltà mediterranea è stata per millenni di natura matriarcale, dove la figura femminile ha avuto sempre grande rilievo in campo sociale, domestico e religioso.
PROGRAMMA
11.00 Arrivo degli alunni in Piazza Italia: alunni delle scuole elementari “Dante Alighieri”, “Francesco Petrarca” e "GPD" e alunni delle scuole medie "Leonardo da Vinci" e "G.Mazzini"
Saluto di benvenuto di Anna Maria Pini, Presidente Proloco città di Colleferro, e del gruppo "Consulta le Donne".
Consegna agli alunni della scheda “Cenni di storia e di cultura sulle origini della festa”.
Oggi festeggiamo la Mamma con i colori dei fiori: ogni alunno "cucirà" un pezzo di vestito della mamma, applicando sul manichino un cartoncino con un PENSIERO per la Mamma.
Gli alunni formano dei gruppi suddivisi per tavoli tematici e a turno partecipano ad ogni attività:
- Rose Rosse per Te e Una foto con Mamma
- Questo dono è per Te
- Imparo l'arte e la metto da parte
- Giochi liberi
13.00 Gli alunni porgeranno i doni che hanno preparato alle loro Mamme
Conclusione della manifestazione e saluti
Anche quest’anno, per la collaborazione dei Dirigenti scolastici e la disponibilità degli insegnanti, l’incontro del gruppo Consulta le Donne con le Scuole di Colleferro è stato organizzato con l'intento di far divertire gli alunni e di farli apprendere giocando, attraverso il loro più ampio coinvolgimento. Gli alunni saranno "impegnati" in attività che gli consentiranno di arrivare al significato originario della festa, attraverso alcuni giochi, anche con il fine di valorizzare la loro creatività ed il loro pensiero nell’uso e nella manipolazione di materiali naturali e riciclati, con un chiaro messaggio ambientale.
La festa si svolge in piazza, con genitori, nonni, fratelli, sorelle e cittadini comuni per sottolineare l’importanza, nella vita della comunità, dello spazio pubblico aperto a tutti, vissuto quotidianamente come centro per lo scambio di idee e la possibilità di nuove relazioni, dove stimolare la priorità di alcuni valori, quali il dialogo e il dibattito, nel tentativo di rafforzare i rapporti tra le persone, promuovere forme di contatto e di autenticità nella comunicazione con gli altri, oltreché con sé stessi.
Lo facciamo con impegno, divertendoci – prosegue Beatrice Zangrilli, delegata del gruppo Consulta le Donne - per sollecitare l’interesse e la curiosità dei bambini, avvicinandoli ai valori della vita, quali la nascita e il risveglio della natura, che si rinnova a primavera.
La festa della mamma si celebra in tutto il mondo in tanti modi diversi; oggi di questa importante festività prevale il significato legato ai nostri tempi, ma la civiltà mediterranea è stata per millenni di natura matriarcale, dove la figura femminile ha avuto sempre grande rilievo in campo sociale, domestico e religioso.
PROGRAMMA
11.00 Arrivo degli alunni in Piazza Italia: alunni delle scuole elementari “Dante Alighieri”, “Francesco Petrarca” e "GPD" e alunni delle scuole medie "Leonardo da Vinci" e "G.Mazzini"
Saluto di benvenuto di Anna Maria Pini, Presidente Proloco città di Colleferro, e del gruppo "Consulta le Donne".
Consegna agli alunni della scheda “Cenni di storia e di cultura sulle origini della festa”.
Oggi festeggiamo la Mamma con i colori dei fiori: ogni alunno "cucirà" un pezzo di vestito della mamma, applicando sul manichino un cartoncino con un PENSIERO per la Mamma.
Gli alunni formano dei gruppi suddivisi per tavoli tematici e a turno partecipano ad ogni attività:
- Rose Rosse per Te e Una foto con Mamma
- Questo dono è per Te
- Imparo l'arte e la metto da parte
- Giochi liberi
13.00 Gli alunni porgeranno i doni che hanno preparato alle loro Mamme
Conclusione della manifestazione e saluti
PREMESSA
La Festa della mamma si celebra in tutto il mondo in tanti modi diversi, a seconda delle tradizioni. Oggi di questa
importante festività prevale il significato legato ai nostri tempi, ma la civiltà mediterranea è stata per millenni di
natura matriarcale ed anche se oggi non abbiamo più memoria di tutto ciò, sappiamo che la figura femminile ha
avuto sempre grande rilievo in campo sociale, domestico e religioso.
Il culto della dea madre - ovvero della madre terra come prosperità, fertilità e amore - scandiva ogni momento della
quotidianità; ogni rito religioso aveva la sua vestale ed ogni spiga di grano maturo era segnato da una preghiera a
Demetra (dea greca della natura e delle messi, della fertilità e del ciclo naturale di morte e rinascita).
Tutte le statuette preistoriche ritrovate finora in ogni parte del mondo sono di genere femminile.
Con l'avvento dell'agricoltura, il periodo dell'oro declinò, e si affermò la necessità di ricorrere alla forza, alla capacità
di sostenere la fatica e di utilizzare forze più in incisive nel lavoro dei campi e nella conquista delle terre. Nel forgiare
le armi, ci si rivolse a Marte, dio della guerra.
Anche il Senato di Roma, pur avendo nel Pantheon degli dei la magna mater, già in età repubblicana reputò troppo
esuberante e non necessaria la presenza femminile nei riti religiosi.
Di millenni di storia, oggi sono rimasti miti e profezie, e sopravvive l'importanza delle stagioni, come la primavera:
quando i semi germogliano e la vita si ridesta, nascono i piccoli degli animali, si colgono i primi frutti. E i riti alla dea
madre, che si svolgevano nelle idi dell'equinozio di primavera, esprimevano tutto ciò.
E' per queste belle considerazioni che noi, oggi, festeggiamo la mamma.
LE ORIGINI
Secondo fonti storiche, la testimonianza più famosa, che risale all'era paleolitica, è rappresentata dalla Venere di
Willendorf (Austria), una statuetta di 11cm raffigurante una donna, scolpita in pietra, risalente ad oltre 26.000 anni
fa, immagine simbolo della maternità e della fecondità.
Nelle primitive società contadine, nelle feste agresti e nei riti pagani, si venerava pubblicamente la Grande Madre
Terra, come generatrice di vita e di fertilità.
Il tema della fecondità, del risveglio e della rinascita della natura viene ripreso dagli antichi greci e romani, che
narrano di profezie e di miti, di dee immortali e divinità sacre, a cui dedicavano festeggiamenti pubblici.
I MITI
I miti greci raccontano, ognuno con una versione diversa, di una profezia secondo cui, Crono, sposo di Rhea, madre
di tutti gli dei dell’Olimpo, temeva un giorno di essere spodestato da suo figlio. Per impedire alla profezia di
avverarsi ingoiava tutti i figli che Rhea partoriva. Disperata e incinta Rhea decise di nascondersi in una caverna del
monte Ida, nell’isola di Creta, dove dette alla luce segretamente Zeus. Tornò da Crono con un fagottino contenente
una pietra, che Crono ingoiò pensando fosse suo figlio. Per questo motivo ogni anno i Greci dedicavano a Rhea un
giorno di festeggiamenti.
Secondo la mitologia greca, la figlia di Crono e di Rhea e sorella di Zeus, Demetra, era la patrona della fertilità del
suolo e della fecondità femminile.
Nella mitologia romana Demetra è identificata con Cerere, Dea della terra (il suo nome significa secondo alcuni
Terra-madre; l'etimologia è discussa, ma per contro la funzione della dea appare abbastanza chiara), protettrice
dell'agricoltura e di tutti i frutti della terra, dell'eterno rinnovarsi del ciclo delle stagioni, nonchè protrettice delle
leggi e del matrimono. Di questa dea si parlerà più avanti.
Gli antichi Romani salutavano l’arrivo di maggio con un’intera settimana di festività dedicate alle donne, alle rose, e a
Flora, dea dei fiori.
Con il diffondersi del Cristianesimo, la festa prende un significato religioso, divenendo il culto della Madonna, forza
spirituale della vita e protettrice del male; non a caso maggio è dedicato a Maria.
LA STORIA MODERNA
La Festa della mamma oggi è una ricorrenza laica, celebrata in quasi tutto il mondo ed il suo riconoscimento si deve a
due donne che si sono battute per i diritti economici e sociali delle donne americane: Julia Ward Howe che, nel 1872
propose il Mother’s Day Peace, come festa nazionale per riflettere sulla guerra e celebrare la pace nel mondo, e
Anna M Jarvis che, 1908 ottenne la celebrazione, per la prima volta, della giornata della mamma, in onore di sua
madre, un’attivista a favore della pace. Anna M. Jarvis, nel 1911, grazie alla sua perseveranza, ottenne che la
“Giornata nazionale della mamma” venisse proclamata festa nazionale.
La celebrazione divenne molto popolare e fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Wilson con delibera del Congresso
da festeggiare la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri.
I SIMBOLI
I simboli della Festa della mamma sono il rosso, il cuore e la rosa, che più di altri rappresentano l’amore, la bellezza
e testimoniano l’affetto e la riconoscenza dei figli verso la mamma.
La festa si celebra a maggio, il mese dei fiori e del risveglio della natura, così come la madre è portatrice di vita. In
origine, Anna M. Jarvis scelse come simbolo della festa il garofano, fiore preferito dalla madre: rosso, per le mamme
in vita e bianco, per le mamme scomparse.
NEL MONDO.
La Festa della mamma è diffusa in tutto il mondo, ma viene celebrata in periodi dell’anno molto diversi tra loro,
secondo le tradizioni del luogo: per esempio in Thailandia il 12 agosto, in Francia l’ultima domenica di maggio,
mentre molti altri paesi la celebrano il 21 marzo, con l’arrivo della primavera.
In Inghilterra fin dal 1600 si celebra il “Mothering Sunday”, o domenica della mamma, giorno in cui anche i servitori
che lavoravano presso famiglie ricche e benestanti avevano un giorno libero per tornare a casa e per passare del
tempo con le loro madri.
IN ITALIA.
Alcuni ritengono che la Festa della mamma sia stata celebrata la prima volta nel 1957 da Don Otello Migliosi, parroco
del piccolo borgo di Tordibotto (Assisi), invece altri sostengono che essa sia stata introdotta nel 1956 dal Sindaco di
Bordighera, la città definita la patria dei fiori.
E' con la Costituzione italiana che si incide profondamente e si gettano le basi per il riconoscimento giuridico della
maternità, attraverso l’articolo 31, che recita: “La Repubblica….protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù,
favorendo gli istituti necessari a tale scopo.”
NEL NOSTRO TERRITORIO.
Una testimonianza di questo passato storico è presente anche nel nostro territorio: la più importante porta di
accesso ad Anagni, ancora oggi, è intitolata a Cerere, dea della fertilità e delle messi, che, nella religione romana, era
una divinità che simbolicamente rappresentava la forza generatrice della natura ed in particolare era collegata alla
coltivazione del grano.
La porta di Anagni a lei dedicata, orientata verso occidente, in direzione di Roma, conduceva - attraverso la via più
importante dell’antico abitato - all’acropoli dove, molto probabilmente, era collocato un tempio eretto in suo onore.
Su tale sito i cristiani costruirono già dai primi secoli l'attuale cattedrale dedicata alla Madonna.
Si pensa che porta Cerere dovesse essere eretta nel luogo di accesso dell'antica città ernica, come ci viene
menzionato da Marco Aurelio.
Dal periodo romano, la porta venne più volte ristrutturata, fino al Medioevo, quando il nome Cerere si estese a tutto
il quartiere, allora uno dei più popolosi della città.
La Porta è situata nell’omonima contrada e dà l’accesso alla zona settentrionale della città; superandola, si arriva alla
via principale, l’attuale Strada Vittorio Emanuele.
La Porta fu ricostruita prima nel XVI secolo e poi nel 1800, su progetto dell’ingegnere Ernesto Martinelli. In una
lapide posta sopra sono riportati i versi della Divina Commedia che descrivono lo Schiaffo di Anagni.
La Festa della mamma si celebra in tutto il mondo in tanti modi diversi, a seconda delle tradizioni. Oggi di questa
importante festività prevale il significato legato ai nostri tempi, ma la civiltà mediterranea è stata per millenni di
natura matriarcale ed anche se oggi non abbiamo più memoria di tutto ciò, sappiamo che la figura femminile ha
avuto sempre grande rilievo in campo sociale, domestico e religioso.
Il culto della dea madre - ovvero della madre terra come prosperità, fertilità e amore - scandiva ogni momento della
quotidianità; ogni rito religioso aveva la sua vestale ed ogni spiga di grano maturo era segnato da una preghiera a
Demetra (dea greca della natura e delle messi, della fertilità e del ciclo naturale di morte e rinascita).
Tutte le statuette preistoriche ritrovate finora in ogni parte del mondo sono di genere femminile.
Con l'avvento dell'agricoltura, il periodo dell'oro declinò, e si affermò la necessità di ricorrere alla forza, alla capacità
di sostenere la fatica e di utilizzare forze più in incisive nel lavoro dei campi e nella conquista delle terre. Nel forgiare
le armi, ci si rivolse a Marte, dio della guerra.
Anche il Senato di Roma, pur avendo nel Pantheon degli dei la magna mater, già in età repubblicana reputò troppo
esuberante e non necessaria la presenza femminile nei riti religiosi.
Di millenni di storia, oggi sono rimasti miti e profezie, e sopravvive l'importanza delle stagioni, come la primavera:
quando i semi germogliano e la vita si ridesta, nascono i piccoli degli animali, si colgono i primi frutti. E i riti alla dea
madre, che si svolgevano nelle idi dell'equinozio di primavera, esprimevano tutto ciò.
E' per queste belle considerazioni che noi, oggi, festeggiamo la mamma.
LE ORIGINI
Secondo fonti storiche, la testimonianza più famosa, che risale all'era paleolitica, è rappresentata dalla Venere di
Willendorf (Austria), una statuetta di 11cm raffigurante una donna, scolpita in pietra, risalente ad oltre 26.000 anni
fa, immagine simbolo della maternità e della fecondità.
Nelle primitive società contadine, nelle feste agresti e nei riti pagani, si venerava pubblicamente la Grande Madre
Terra, come generatrice di vita e di fertilità.
Il tema della fecondità, del risveglio e della rinascita della natura viene ripreso dagli antichi greci e romani, che
narrano di profezie e di miti, di dee immortali e divinità sacre, a cui dedicavano festeggiamenti pubblici.
I MITI
I miti greci raccontano, ognuno con una versione diversa, di una profezia secondo cui, Crono, sposo di Rhea, madre
di tutti gli dei dell’Olimpo, temeva un giorno di essere spodestato da suo figlio. Per impedire alla profezia di
avverarsi ingoiava tutti i figli che Rhea partoriva. Disperata e incinta Rhea decise di nascondersi in una caverna del
monte Ida, nell’isola di Creta, dove dette alla luce segretamente Zeus. Tornò da Crono con un fagottino contenente
una pietra, che Crono ingoiò pensando fosse suo figlio. Per questo motivo ogni anno i Greci dedicavano a Rhea un
giorno di festeggiamenti.
Secondo la mitologia greca, la figlia di Crono e di Rhea e sorella di Zeus, Demetra, era la patrona della fertilità del
suolo e della fecondità femminile.
Nella mitologia romana Demetra è identificata con Cerere, Dea della terra (il suo nome significa secondo alcuni
Terra-madre; l'etimologia è discussa, ma per contro la funzione della dea appare abbastanza chiara), protettrice
dell'agricoltura e di tutti i frutti della terra, dell'eterno rinnovarsi del ciclo delle stagioni, nonchè protrettice delle
leggi e del matrimono. Di questa dea si parlerà più avanti.
Gli antichi Romani salutavano l’arrivo di maggio con un’intera settimana di festività dedicate alle donne, alle rose, e a
Flora, dea dei fiori.
Con il diffondersi del Cristianesimo, la festa prende un significato religioso, divenendo il culto della Madonna, forza
spirituale della vita e protettrice del male; non a caso maggio è dedicato a Maria.
LA STORIA MODERNA
La Festa della mamma oggi è una ricorrenza laica, celebrata in quasi tutto il mondo ed il suo riconoscimento si deve a
due donne che si sono battute per i diritti economici e sociali delle donne americane: Julia Ward Howe che, nel 1872
propose il Mother’s Day Peace, come festa nazionale per riflettere sulla guerra e celebrare la pace nel mondo, e
Anna M Jarvis che, 1908 ottenne la celebrazione, per la prima volta, della giornata della mamma, in onore di sua
madre, un’attivista a favore della pace. Anna M. Jarvis, nel 1911, grazie alla sua perseveranza, ottenne che la
“Giornata nazionale della mamma” venisse proclamata festa nazionale.
La celebrazione divenne molto popolare e fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Wilson con delibera del Congresso
da festeggiare la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri.
I SIMBOLI
I simboli della Festa della mamma sono il rosso, il cuore e la rosa, che più di altri rappresentano l’amore, la bellezza
e testimoniano l’affetto e la riconoscenza dei figli verso la mamma.
La festa si celebra a maggio, il mese dei fiori e del risveglio della natura, così come la madre è portatrice di vita. In
origine, Anna M. Jarvis scelse come simbolo della festa il garofano, fiore preferito dalla madre: rosso, per le mamme
in vita e bianco, per le mamme scomparse.
NEL MONDO.
La Festa della mamma è diffusa in tutto il mondo, ma viene celebrata in periodi dell’anno molto diversi tra loro,
secondo le tradizioni del luogo: per esempio in Thailandia il 12 agosto, in Francia l’ultima domenica di maggio,
mentre molti altri paesi la celebrano il 21 marzo, con l’arrivo della primavera.
In Inghilterra fin dal 1600 si celebra il “Mothering Sunday”, o domenica della mamma, giorno in cui anche i servitori
che lavoravano presso famiglie ricche e benestanti avevano un giorno libero per tornare a casa e per passare del
tempo con le loro madri.
IN ITALIA.
Alcuni ritengono che la Festa della mamma sia stata celebrata la prima volta nel 1957 da Don Otello Migliosi, parroco
del piccolo borgo di Tordibotto (Assisi), invece altri sostengono che essa sia stata introdotta nel 1956 dal Sindaco di
Bordighera, la città definita la patria dei fiori.
E' con la Costituzione italiana che si incide profondamente e si gettano le basi per il riconoscimento giuridico della
maternità, attraverso l’articolo 31, che recita: “La Repubblica….protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù,
favorendo gli istituti necessari a tale scopo.”
NEL NOSTRO TERRITORIO.
Una testimonianza di questo passato storico è presente anche nel nostro territorio: la più importante porta di
accesso ad Anagni, ancora oggi, è intitolata a Cerere, dea della fertilità e delle messi, che, nella religione romana, era
una divinità che simbolicamente rappresentava la forza generatrice della natura ed in particolare era collegata alla
coltivazione del grano.
La porta di Anagni a lei dedicata, orientata verso occidente, in direzione di Roma, conduceva - attraverso la via più
importante dell’antico abitato - all’acropoli dove, molto probabilmente, era collocato un tempio eretto in suo onore.
Su tale sito i cristiani costruirono già dai primi secoli l'attuale cattedrale dedicata alla Madonna.
Si pensa che porta Cerere dovesse essere eretta nel luogo di accesso dell'antica città ernica, come ci viene
menzionato da Marco Aurelio.
Dal periodo romano, la porta venne più volte ristrutturata, fino al Medioevo, quando il nome Cerere si estese a tutto
il quartiere, allora uno dei più popolosi della città.
La Porta è situata nell’omonima contrada e dà l’accesso alla zona settentrionale della città; superandola, si arriva alla
via principale, l’attuale Strada Vittorio Emanuele.
La Porta fu ricostruita prima nel XVI secolo e poi nel 1800, su progetto dell’ingegnere Ernesto Martinelli. In una
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28 Marzo 2013
UN ASSESSORATO AL POSTO DELLA DELEGA ALLE PARI OPPORTUNITA’
Martedì 2 aprile, il Presidente della Commissione consiliare Affari generali, Remo Paniccia, ha convocato la delegazione del gruppo Consulta le Donne di Colleferro, già ascoltata lo scorso martedì 26 marzo, per illustrare la Petizione Popolare che propone al Consiglio comunale di istituire un organismo di rappresentanza di genere, denominata Consulta territoriale delle Donne. Nel corso dell’incontro è stata anche illustrata, e poi depositata, la proposta che prevede il suo inserimento direttamente nelle norme del nuovo Statuto comunale. Nei mesi precedenti il gruppo Consulta le Donne aveva già incontrato il Presidente del Consiglio comunale, Del Ferraro, ed i vari Capigruppo per conoscere il loro orientamento sulla questione della sottorappresentanza delle donne negli organi istituzionali e di intervenire attraverso l’istituzione di un organismo ad hoc. Nessuna forza politica si è espressa con riserva o ha manifestato una posizione contraria all’iniziativa che interessa il 52% circa dell’elettorato femminile. Nelle ultime elezioni politiche i partiti hanno finalmente inserito più donne nelle liste e le donne hanno fatto pesare le loro scelte, condizionando il risultato elettorale. Tutte vogliono l’uguaglianza con gli uomini, in termini di pari opportunità ed equità sociale, che significa lotta alla disoccupazione ed alla povertà, accesso all’istruzione ed ai livelli professionali più alti, rispetto della maternità e garanzia dei servizi sanitari. Molte di loro vogliono vedere garantita la presenza delle donne in politica come nell’economia e non vogliono essere più escluse dai processi decisionali e dalla partecipazione democratica. Su questi temi, sulla cultura della parità di genere e sulla rappresentanza femminile il gruppo Consulta le Donne chiede alla Commissione consiliare Affari generali un confronto politico ed auspica che possa svilupparsi in un clima di rispetto e di collaborazione con tutte le forze politiche e sociali, lasciando sullo sfondo la pronuncia del TAR del Lazio sulla Giunta municipale monogenere, cioè formata solo da assessori uomini, in contrasto con il principio di uguaglianza, a base del nostro ordinamento giuridico. Qualche perplessità suscita il fatto che il Sindaco Cacciotti, dopo aver accolto la richiesta del gruppo Consulta le Donne, sostenuta anche dalle donne del PD, di conferire la delega alle politiche per le pari opportunità e di attribuirla a se stesso, ne ha dato annuncio in Consiglio comunale, senza ritenere necessario informare direttamente anche le rappresentanti del gruppo, dimostrando scarsa sensibilità politica. Per la verità, questo atteggiamento ha reso evidente al gruppo Consulta le Donne che il Sindaco Cacciotti non aveva alcuna intenzione di riconoscere il valore civico della loro richiesta ed il significato politico di una delega che tutela i diritti delle donne, proprio per il suo alto contenuto trasversale, al punto che non si ha conferma dai Suoi Uffici dell’adozione e/o emanazione dell’atto sindacale, come sollecitato da cittadine-elettrici e da lui annunciato in Consiglio comunale, segno che tanto formale quella delega non è! Anzi, ha una forte valenza politico-istituzionale, oltre che culturale e sociale. E’ evidente che la delega è solo uno strumento per favorire la promozione dei principi di parità e la conquista di condizioni di equità per tutti in un contesto di valorizzazione della differenza di genere. Le donne, allo stato attuale e storicamente, sono “escluse” dal potere decisionale, dalla rappresentanza istituzionale, ecc., ma lo sviluppo economico e culturale è un processo che non riguarda solo gli uomini, ma anche le donne. Per tutte queste ragioni, il gruppo Consulta le Donne, chiederà nel prossimo incontro al Sindaco Cacciotti non più una delega “virtuale”, ma un vero e proprio Assessorato alle Pari opportunità, dimostrando nei fatti di stare anche dalla parte delle donne, sulle cui spalle grava la cura della famiglia, dei figli, dei genitori anziani, ecc., nello sforzo quotidiano di conciliare i tempi di vita e di lavoro. L’ Assessorato alle pari opportunità si pone come presidio attraverso cui comunicare e dialogare, accedere ai servizi ed avere risposte; istituirlo significa compiere una scelta politica di fondamentale importanza se si vuole dare maggiore visibilità ed evidenza a questi temi nell’interesse di tutti, soprattutto di donne e famiglie; se si vuole favorire il dialogo tra l’Amministrazione e la cittadinanza e se si vuole avvicinare tutti alle Istituzioni.
comunicato_assessorato_pp.oo.13.pdf | |
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Lunedi, 4 marzo 2013
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
Mostra SCARPE ROSSE
dedicata alle donne “assenti”
per richiamare l’attenzione sui risultati che le donne hanno raggiunto e che raggiungeranno in Italia e nel mondo contro le discriminazioni di cui siamo quotidianamente vittime
Venerdì, 8 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, in piazza Italia, riproponiamo il progetto dell'artista messicana Elina Chauvet, "Zapatos rojos", una mostra simbolo, all’aperto, di scarpe rosse di donne ”assenti”, perché uccise per mano di un uomo. Il progetto propone in chiave artistica la questione della violenza sulle donne: nasce a Ciudad Juarez nel 1993, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, conosciuta come "la città che divora le sue figlie", dove centinaia di donne vengono rapite, stuprate e assassinate: qui è nato il termine “femminicidio”.
In Italia, negli ultimi cinque anni sono state uccise 651 DONNE, gli omicidi sono in crescita, mentre il Governo ha ridotto i fondi contro la violenza.
Nel 2013 le donne uccise sono state 30 donne. Nel 2003 sono state 192.
Per ricordare queste donne che non possono più proseguire nel loro cammino, richiamiamo la vostra attenzione e richiediamo la vostra partecipazione: portate in piazza un paio di scarpe rosse o di altro colore, le dipingeremo insieme, sul momento, perché tutti vedano e riflettano per poi agire.
il gruppo Consulta le Donne
dedicata alle donne “assenti”
per richiamare l’attenzione sui risultati che le donne hanno raggiunto e che raggiungeranno in Italia e nel mondo contro le discriminazioni di cui siamo quotidianamente vittime
Venerdì, 8 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, in piazza Italia, riproponiamo il progetto dell'artista messicana Elina Chauvet, "Zapatos rojos", una mostra simbolo, all’aperto, di scarpe rosse di donne ”assenti”, perché uccise per mano di un uomo. Il progetto propone in chiave artistica la questione della violenza sulle donne: nasce a Ciudad Juarez nel 1993, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, conosciuta come "la città che divora le sue figlie", dove centinaia di donne vengono rapite, stuprate e assassinate: qui è nato il termine “femminicidio”.
In Italia, negli ultimi cinque anni sono state uccise 651 DONNE, gli omicidi sono in crescita, mentre il Governo ha ridotto i fondi contro la violenza.
Nel 2013 le donne uccise sono state 30 donne. Nel 2003 sono state 192.
Per ricordare queste donne che non possono più proseguire nel loro cammino, richiamiamo la vostra attenzione e richiediamo la vostra partecipazione: portate in piazza un paio di scarpe rosse o di altro colore, le dipingeremo insieme, sul momento, perché tutti vedano e riflettano per poi agire.
il gruppo Consulta le Donne
Lunedi, 4 marzo 2013
Udienza TAR fissata al 21 marzo 2013
Contro la revoca dell’incarico assessorile ad una componente della Giunta comunale (Cinzia Sandroni).
Il gruppo Consulta le Donne comunica che il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio (TAR), ha fissato al 21 marzo l'udienza di sospensiva richiesta dall’avv. Antonella Anselmo, difensore della Rete per la parità e di cittadine e cittadini di Colleferro, contro il Comune, nella persona del sindaco Cacciotti, per aver revocato, con decreto del 27.11.2012, l’incarico assessorile ad una componente della Giunta comunale (Cinzia Sandroni) e nominato al suo posto l’Ing. Eugenio Trani, ridefinendo le deleghe di ciascun assessore, contribuendo, così, alla formazione di una Giunta monogenere.
Il ricorso è stato presentato per chiedere il rispetto ed il ripristino del principio internazionale, comunitario, costituzionale e legislativo per le pari opportunità tra uomo e donna nella composizione dell’organo esecutivo.
Vogliono riaffermare - dichiarano le ricorrenti - che la normativa in materia di equilibrio della rappresentanza di genere è vincolante anche per il Comune, che ha l’obbligo di rispettarla e la presenza delle donne negli organi politici è un interesse collettivo di tutti i cittadini elettori.
L’evidente illegittimità del decreto sindacale impugnato dalle associazioni di donne viola un complesso quadro normativo. A livello internazionale, la parità di genere è, anzitutto, uno dei principi fondamentali dell’ONU e del Preambolo della Carta delle Nazioni Unite (1945), nonché obbligo vincolante per tutti i Governi delle Nazioni Unite.
Lo stesso principio viene poi ribadito (solo per citare le più importanti) nella Convenzione sui Diritti Politici delle Donne (1952) e nella Convenzione sull'Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione contro le Donne (1979).
A livello comunitario, il principio della parità di genere è contenuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000); nel Trattato di Amsterdam
(1999), nel quale con l’ultima riforma il principio di parità è stato qualificato come uno dei cinque valori su cui si fonda l’Europa; la Carta per le donne, adottata dalla Commissione europea nel 2010; la Decisione della Commissione del 19.6.2000 n. 2000/407/CEE.
A livello nazionale, basti menzionare l’art. 51 della Carta Costituzionale, inteso come esplicazione del principio fondamentale di eguaglianza sostanziale, di cui all’art. 3, e dell’art. 97. Per le Regioni, l'art. 117 della Costituzione precisa che "Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive".
Infine, anche con riferimento all’art. 49 della Costituzione sulla partecipazione democratica di tutti alla vita del nostro paese, vale il principio che la parità tra uomini e donne costituisce espressione di un principio fondamentale dell’ ordinamento costituzionale italiano e gli atti pubblici non possano essere viziati da discriminazione di genere.
Per quanto riguarda le fonti statali, tali principi sono contenuti nel Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (2006), di attuazione della Direttiva comunitaria 2006/54/CEE.
Nel settore degli Enti locali, la recente legge n. 215/2012, che promuove il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali, stabilisce norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna.
Infine, il mancato adeguamento dello Statuto comunale alle norme sulla rappresentanza di genere è, per questa parte, illegittimo, non avendo previsto la presenza di componenti di entrambi i sessi all’interno dell’organo esecutivo.
gruppo Consulta le Donne
Il ricorso è stato presentato per chiedere il rispetto ed il ripristino del principio internazionale, comunitario, costituzionale e legislativo per le pari opportunità tra uomo e donna nella composizione dell’organo esecutivo.
Vogliono riaffermare - dichiarano le ricorrenti - che la normativa in materia di equilibrio della rappresentanza di genere è vincolante anche per il Comune, che ha l’obbligo di rispettarla e la presenza delle donne negli organi politici è un interesse collettivo di tutti i cittadini elettori.
L’evidente illegittimità del decreto sindacale impugnato dalle associazioni di donne viola un complesso quadro normativo. A livello internazionale, la parità di genere è, anzitutto, uno dei principi fondamentali dell’ONU e del Preambolo della Carta delle Nazioni Unite (1945), nonché obbligo vincolante per tutti i Governi delle Nazioni Unite.
Lo stesso principio viene poi ribadito (solo per citare le più importanti) nella Convenzione sui Diritti Politici delle Donne (1952) e nella Convenzione sull'Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione contro le Donne (1979).
A livello comunitario, il principio della parità di genere è contenuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000); nel Trattato di Amsterdam
(1999), nel quale con l’ultima riforma il principio di parità è stato qualificato come uno dei cinque valori su cui si fonda l’Europa; la Carta per le donne, adottata dalla Commissione europea nel 2010; la Decisione della Commissione del 19.6.2000 n. 2000/407/CEE.
A livello nazionale, basti menzionare l’art. 51 della Carta Costituzionale, inteso come esplicazione del principio fondamentale di eguaglianza sostanziale, di cui all’art. 3, e dell’art. 97. Per le Regioni, l'art. 117 della Costituzione precisa che "Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive".
Infine, anche con riferimento all’art. 49 della Costituzione sulla partecipazione democratica di tutti alla vita del nostro paese, vale il principio che la parità tra uomini e donne costituisce espressione di un principio fondamentale dell’ ordinamento costituzionale italiano e gli atti pubblici non possano essere viziati da discriminazione di genere.
Per quanto riguarda le fonti statali, tali principi sono contenuti nel Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (2006), di attuazione della Direttiva comunitaria 2006/54/CEE.
Nel settore degli Enti locali, la recente legge n. 215/2012, che promuove il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali, stabilisce norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna.
Infine, il mancato adeguamento dello Statuto comunale alle norme sulla rappresentanza di genere è, per questa parte, illegittimo, non avendo previsto la presenza di componenti di entrambi i sessi all’interno dell’organo esecutivo.
gruppo Consulta le Donne
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Domenica, 3 marzo 2013 APPELLO PER UNA DEMOCRAZIA PARITARIA
Le associazioni, reti e movimenti aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria si felicitano del fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, oltre il venticinque per cento degli eletti nel nuovo parlamento siano donne, e tra esse, molte giovani: in dettaglio (salvo aggiornamenti dovuti alle opzioni) 86 elette al Senato (27,3%) e 179 alla Camera (28,4%).
Desta però preoccupazione che ciò avvenga in un quadro di grande incertezza politica dovuta alla mancanza di maggioranza al Senato della coalizione giunta prima alla Camera dei Deputati, col rischio di una breve durata della legislatura e che, perciò, le elette non siano poste in condizione di esercitare l’azione di rinnovamento di cui potrebbero essere protagoniste.
Le firmatarie dell’accordo chiedono che si tenga conto della accresciuta presenza femminile e che, perciò, vengano assegnati alle donne posti di responsabilità e di potere nelle Presidenze delle Assemblee, delle Commissioni e delle Giunte parlamentari e ritengono che, poiché si dovrà in ogni caso procedere alla elezione del Capo dello Stato, si possa avanzare la proposta di
eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica. Esse chiedono altresì che la metà dei ministri del Governo che comunque dovrà costituirsi siano donne.
Le firmatarie dell’accordo ritengono che la pressione esercitata dai movimenti delle donne che operano nella società civile, in particolare da quelle riunite nell’Accordo, abbia contribuito a convincere almeno alcune delle formazioni politiche scese in campo in questa competizione elettorale della necessità di mettere donne in lista per dimostrare che si voleva operare un
rinnovamento del personale politico.
Tuttavia non si può ignorare la circostanza che, in gran parte, la accresciuta presenza delle donne in Parlamento sia (malgrado alcuni partiti siano ricorsi a primarie per la scelta dei candidati o alla loro designazione tramite il Web) più il risultato di un processo di cooptazione e di scelta compiuta dagli uomini, anche grazie alla legge elettorale vigente, che non a una vera elezione. Se
ne trova conferma nel risultato, meno soddisfacente, ottenuto dalle donne nelle elezioni del Lazio, della Lombardia e del Molise: secondo i dati finora disponibili, il 18% nel Lazio, il 18,75% in Lombardia, due sole donne elette in Molise. Gran parte delle elette provengono dai “listini” del Presidente: è dunque evidente che è urgente introdurre, in tutte le elezioni in cui si vota con preferenza, la doppia preferenza di genere.
Le firmatarie dell’Accordo chiedono che in ogni caso il nuovo Parlamento:
- metta mano subito alla modifica della legge elettorale introducendo “regole elettorali women friendly” che, quali che sia il metodo elettorale adottato, prevedano norme di garanzia per la Presenza delle donne nelle liste e per assicurare parità di opportunità per essere elette e che raccordi i rimborsi elettorali (sia pur adeguatamente ridotti) alla percentuale di donne elette;- una legge che regoli il sistema dei partiti secondo l’articolo 49 della Costituzione, prevedendo anche norme per la parità di genere negli organi politici, in particolare quelli incaricati della selezione delle candidature.
- norme di trasparenza e di riduzione dei costi delle campagne elettorali.
Le firmatarie dell’accordo chiedono ai neoleletti Presidenti del Lazio, della Lombardia e del Molise di comporre giunte con il 50% di donne e di pronunciarsi per una modifica delle leggi elettorali regionali, che introducano la doppia preferenza di genere.
Roma-1 marzo 2013
LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE:
1. NOI RETE DONNE
2. AFFI - ASSOCIAZIONE FEDERATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE
3. SE NON ORA QUANDO
4. AGI (Ass. Giuriste Italiane – sez. romana)
5. AIDOS
6. ANDE
7. ASPETTARE STANCA
8. ASSOCIAZIONE ALMA CAPPIELLO
9. ASSOCIAZIONE BLOOMSBURY
10. ASSOCIAZIONE DONNE BANCA D’ITALIA
11. ASSOCIAZIONE NOID TELECOM
12. ASSOLEI
13. CENTRO ITALIANO FEMMINILE
14. CONSULTA DONNE DI COLLEFERRO
15. COORDINAMENTO ITALIANO LOBBY EUROPEA DELLE DONNE
16. COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE ANPI
17. COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ ASS.NE STAMPA ROMANA
18. CORRENTE ROSA19. CRASFORM Onlus
20. DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI
21. DONNE E INFORMAZIONE
22. DONNE IN QUOTA
23. DONNE IN RETE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE
24. FIDAPA
25. FILOMENA
26. FONDAZIONE ADKINS CHITI – Donne in musica
27. FONDAZIONE NILDE IOTTI
28. GIO (Osservatorio studi di genere, parità e pari opportunità.)
29. GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome)
30. ILCORPO DELLE DONNE- BLOG di Lorella Zanardo
31. IL PAESE DELLE DONNE
32. INGENERE
33. LA META’ DI TUTTO
34. LE NOSTRE FIGLIE NON SONO IN VENDITA
35. LIBERA DONNA –ROMA
36. LIBERE TUTTE - Firenze
37. LUCY E LE ALTRE
38. MOUDE (Movimento Lavoratrici dello spettacolo)
39. MOVIMENTO ITALIANO DONNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
40. NOI DONNE
41. NOIDONNE 2005 - Sassari
42. PARIMERITO
43. PARI O DISPARE44. PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
44. PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
45. RETE ARMIDA
46. RETE PER LA PARITA’
47. SOLIDEA
48. TAVOLA DELLE DONNE sulla violenza e sulla sicurezza nella città di Bologna
49. UDI
50. USCIAMO DAL SILENZIO
51. WOMEN IN THE CITY
Desta però preoccupazione che ciò avvenga in un quadro di grande incertezza politica dovuta alla mancanza di maggioranza al Senato della coalizione giunta prima alla Camera dei Deputati, col rischio di una breve durata della legislatura e che, perciò, le elette non siano poste in condizione di esercitare l’azione di rinnovamento di cui potrebbero essere protagoniste.
Le firmatarie dell’accordo chiedono che si tenga conto della accresciuta presenza femminile e che, perciò, vengano assegnati alle donne posti di responsabilità e di potere nelle Presidenze delle Assemblee, delle Commissioni e delle Giunte parlamentari e ritengono che, poiché si dovrà in ogni caso procedere alla elezione del Capo dello Stato, si possa avanzare la proposta di
eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica. Esse chiedono altresì che la metà dei ministri del Governo che comunque dovrà costituirsi siano donne.
Le firmatarie dell’accordo ritengono che la pressione esercitata dai movimenti delle donne che operano nella società civile, in particolare da quelle riunite nell’Accordo, abbia contribuito a convincere almeno alcune delle formazioni politiche scese in campo in questa competizione elettorale della necessità di mettere donne in lista per dimostrare che si voleva operare un
rinnovamento del personale politico.
Tuttavia non si può ignorare la circostanza che, in gran parte, la accresciuta presenza delle donne in Parlamento sia (malgrado alcuni partiti siano ricorsi a primarie per la scelta dei candidati o alla loro designazione tramite il Web) più il risultato di un processo di cooptazione e di scelta compiuta dagli uomini, anche grazie alla legge elettorale vigente, che non a una vera elezione. Se
ne trova conferma nel risultato, meno soddisfacente, ottenuto dalle donne nelle elezioni del Lazio, della Lombardia e del Molise: secondo i dati finora disponibili, il 18% nel Lazio, il 18,75% in Lombardia, due sole donne elette in Molise. Gran parte delle elette provengono dai “listini” del Presidente: è dunque evidente che è urgente introdurre, in tutte le elezioni in cui si vota con preferenza, la doppia preferenza di genere.
Le firmatarie dell’Accordo chiedono che in ogni caso il nuovo Parlamento:
- metta mano subito alla modifica della legge elettorale introducendo “regole elettorali women friendly” che, quali che sia il metodo elettorale adottato, prevedano norme di garanzia per la Presenza delle donne nelle liste e per assicurare parità di opportunità per essere elette e che raccordi i rimborsi elettorali (sia pur adeguatamente ridotti) alla percentuale di donne elette;- una legge che regoli il sistema dei partiti secondo l’articolo 49 della Costituzione, prevedendo anche norme per la parità di genere negli organi politici, in particolare quelli incaricati della selezione delle candidature.
- norme di trasparenza e di riduzione dei costi delle campagne elettorali.
Le firmatarie dell’accordo chiedono ai neoleletti Presidenti del Lazio, della Lombardia e del Molise di comporre giunte con il 50% di donne e di pronunciarsi per una modifica delle leggi elettorali regionali, che introducano la doppia preferenza di genere.
Roma-1 marzo 2013
LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE:
1. NOI RETE DONNE
2. AFFI - ASSOCIAZIONE FEDERATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE
3. SE NON ORA QUANDO
4. AGI (Ass. Giuriste Italiane – sez. romana)
5. AIDOS
6. ANDE
7. ASPETTARE STANCA
8. ASSOCIAZIONE ALMA CAPPIELLO
9. ASSOCIAZIONE BLOOMSBURY
10. ASSOCIAZIONE DONNE BANCA D’ITALIA
11. ASSOCIAZIONE NOID TELECOM
12. ASSOLEI
13. CENTRO ITALIANO FEMMINILE
14. CONSULTA DONNE DI COLLEFERRO
15. COORDINAMENTO ITALIANO LOBBY EUROPEA DELLE DONNE
16. COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE ANPI
17. COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ ASS.NE STAMPA ROMANA
18. CORRENTE ROSA19. CRASFORM Onlus
20. DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI
21. DONNE E INFORMAZIONE
22. DONNE IN QUOTA
23. DONNE IN RETE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE
24. FIDAPA
25. FILOMENA
26. FONDAZIONE ADKINS CHITI – Donne in musica
27. FONDAZIONE NILDE IOTTI
28. GIO (Osservatorio studi di genere, parità e pari opportunità.)
29. GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome)
30. ILCORPO DELLE DONNE- BLOG di Lorella Zanardo
31. IL PAESE DELLE DONNE
32. INGENERE
33. LA META’ DI TUTTO
34. LE NOSTRE FIGLIE NON SONO IN VENDITA
35. LIBERA DONNA –ROMA
36. LIBERE TUTTE - Firenze
37. LUCY E LE ALTRE
38. MOUDE (Movimento Lavoratrici dello spettacolo)
39. MOVIMENTO ITALIANO DONNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
40. NOI DONNE
41. NOIDONNE 2005 - Sassari
42. PARIMERITO
43. PARI O DISPARE44. PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
44. PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
45. RETE ARMIDA
46. RETE PER LA PARITA’
47. SOLIDEA
48. TAVOLA DELLE DONNE sulla violenza e sulla sicurezza nella città di Bologna
49. UDI
50. USCIAMO DAL SILENZIO
51. WOMEN IN THE CITY
12 febbraio 2013
Il gruppo Consulta Le Donne vi invita
Venerdì 15 febbraio 2013
dalle ore 10.00 alle 13.00 in piazza Italia
e dalle 16.00 in corso F.Turati (altezza negozio Iana)
al BANCHETTO INFORMATIVO
sulle prossime elezioni politiche nazionali e regionali che si svolgeranno domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013, una guida al voto sulle procedure per eleggere i rappresentanti al Senato, alla Camera ed al Consiglio regionale, e sulle liste di tutti i candidati.
Illustreremo i temi della "Agenda per la democrazia paritaria" proposta ai nuovi eletti, e vi invitiamo a scegliere
candidate donne, giovani e rappresentanti del territorio
VI ASPETTIAMO!
il gruppo Consulta le Donne
Venerdì 15 febbraio 2013
dalle ore 10.00 alle 13.00 in piazza Italia
e dalle 16.00 in corso F.Turati (altezza negozio Iana)
al BANCHETTO INFORMATIVO
sulle prossime elezioni politiche nazionali e regionali che si svolgeranno domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013, una guida al voto sulle procedure per eleggere i rappresentanti al Senato, alla Camera ed al Consiglio regionale, e sulle liste di tutti i candidati.
Illustreremo i temi della "Agenda per la democrazia paritaria" proposta ai nuovi eletti, e vi invitiamo a scegliere
candidate donne, giovani e rappresentanti del territorio
VI ASPETTIAMO!
il gruppo Consulta le Donne
29 gennaio 2013
Salve,
con riferimento alle azioni positive intraprese dal gruppo Consulta le Donne sulla questione delle pari opportunità e della rappresentanza di genere,
Vi informiamo che:
Inoltre, consapevoli dell'importanza della decisione presa, abbiamo trasmesso atto di diffida al Sindaco Cacciotti per invitarlo a rimuovere i decreti di nomina della Giunta municipale monogenere, composta da soli assessori uomini; diversamente ricorreremo al Tar, tramite la Rete per la Parità e con il sostegno dei cittadini che hanno aderito.
Il tema del rispetto dei principi di legalità a cui informare l’azione amministrativa e la questione della rappresentanza di genere sono condivisi dal capogruppo Emanuele Girolami e dal gruppo consigliare Italia dei valori, dal capogruppo di Rinascita Colleferro, Claudio Gessi e Pierluigi Sanna e dal capogruppo Renzo Stendardo del PD.
In vista delle prossime elezioni politiche nazionali ed amministrative:
Venerdì 15 febbraio 2013, in due piazze:
- Piazza Italia (dalle 10.00 alle 13.00)
- Corso F.Turati, altezza negozio "Iana" (dalle 16.00 alle 19.00)
......organizziamo un banchetto informativo per:
Vi aspettiamo!
gruppo Consulta le Donne
con riferimento alle azioni positive intraprese dal gruppo Consulta le Donne sulla questione delle pari opportunità e della rappresentanza di genere,
Vi informiamo che:
- il Sindaco Cacciotti ha deciso di accogliere la richiesta, sostenuta anche dalle donne del Pd, di conferire la delega alle politiche per le pari opportunità e di attribuirla a se stesso, ma non ha ritenuto opportuno di darcene comunicazione direttamente o di organizzare un incontro.
Inoltre, consapevoli dell'importanza della decisione presa, abbiamo trasmesso atto di diffida al Sindaco Cacciotti per invitarlo a rimuovere i decreti di nomina della Giunta municipale monogenere, composta da soli assessori uomini; diversamente ricorreremo al Tar, tramite la Rete per la Parità e con il sostegno dei cittadini che hanno aderito.
Il tema del rispetto dei principi di legalità a cui informare l’azione amministrativa e la questione della rappresentanza di genere sono condivisi dal capogruppo Emanuele Girolami e dal gruppo consigliare Italia dei valori, dal capogruppo di Rinascita Colleferro, Claudio Gessi e Pierluigi Sanna e dal capogruppo Renzo Stendardo del PD.
In vista delle prossime elezioni politiche nazionali ed amministrative:
Venerdì 15 febbraio 2013, in due piazze:
- Piazza Italia (dalle 10.00 alle 13.00)
- Corso F.Turati, altezza negozio "Iana" (dalle 16.00 alle 19.00)
......organizziamo un banchetto informativo per:
- illustrare le modalità di voto (tramite il fac-simile della scheda elettorale del Ministero dell'interno)
- far conoscere gli impegni che l“Agenda per la democrazia paritaria” propone alle candidate alla Camera e al Senato nelle prossime elezioni politiche
- invitare elettori ed elettrici che votano per le regionali a scegliere candidate donne, giovani e rappresentanti del territorio.
Vi aspettiamo!
gruppo Consulta le Donne
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24 gennaio 2013
IL TAR di Roma si pronuncia contro due giunte monogenere
Il Tar di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione nazionale donne elettrici (ANDE), assistita dai legali Antonella Anselmo, Pier Paolo Carbone e Luisa Capicotto contro il Comune di Civitavecchia, che aveva nominato una sola donna tra i sette componenti della giunta, per violazione delle norme costituzionali, europee ed internazionali sul rispetto del principio delle pari opportunità, fissando al 40 per cento la soglia minima di presenza delle donne nelle giunte.
Anche contro la giunta tutta monogenere del Comune di Gaeta era stato presentato analogo ricorso, ma il sindaco ha anticipato la pronuncia con un rimpasto, cosa che non lo ha salvato dalla condanna al pagamento delle spese legali.
I due comuni, governati rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra, sono stati selezionati dall’Associazione (apartitica), su l’appello della Rete per la Parità, nel rispetto dei contenuti dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria.
Tali sentenze “storiche” costituiscono "un’importante evoluzione giurisprudenziale destinata ad incidere sull’ interpretazione della normativa vigente" ed un chiaro segnale a "coloro che saranno chiamati” – in vista delle prossime elezioni nazionali e regionali – “ad innovare la composizione degli organi elettivi a tutti i livelli di governo, orientandone le scelte in chiave europea, nel rispetto sostanziale dei principi della democrazia paritaria, come da ultimo richiamati dalla legge n. 215 del 2012, nonché del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione".
IN ALLEGATO LA SENTENZA DEL TAR
Il Tar di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione nazionale donne elettrici (ANDE), assistita dai legali Antonella Anselmo, Pier Paolo Carbone e Luisa Capicotto contro il Comune di Civitavecchia, che aveva nominato una sola donna tra i sette componenti della giunta, per violazione delle norme costituzionali, europee ed internazionali sul rispetto del principio delle pari opportunità, fissando al 40 per cento la soglia minima di presenza delle donne nelle giunte.
Anche contro la giunta tutta monogenere del Comune di Gaeta era stato presentato analogo ricorso, ma il sindaco ha anticipato la pronuncia con un rimpasto, cosa che non lo ha salvato dalla condanna al pagamento delle spese legali.
I due comuni, governati rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra, sono stati selezionati dall’Associazione (apartitica), su l’appello della Rete per la Parità, nel rispetto dei contenuti dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria.
Tali sentenze “storiche” costituiscono "un’importante evoluzione giurisprudenziale destinata ad incidere sull’ interpretazione della normativa vigente" ed un chiaro segnale a "coloro che saranno chiamati” – in vista delle prossime elezioni nazionali e regionali – “ad innovare la composizione degli organi elettivi a tutti i livelli di governo, orientandone le scelte in chiave europea, nel rispetto sostanziale dei principi della democrazia paritaria, come da ultimo richiamati dalla legge n. 215 del 2012, nonché del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione".
IN ALLEGATO LA SENTENZA DEL TAR
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11 gennaio 2013
Giovedi 10 Gennaio 2013, una delegazione del gruppo Consulta le Donne ha incontrato il Sindaco Cacciotti per ricevere risposta alle richieste precedentemente avanzate sulla composizione del Comitato unico di garanzia (CUG), sulla delega alle politiche per le pari opportunità e sul riequilibrio della rappresentanza di genere in Giunta.
In merito al CUG, sappiamo che si stanno completato le designazioni da parte delle rappresentanze sindacali.
Sulla rinnovata richiesta di delega alle pari opportunità, il Sindaco si è impegnato a conferirla ad uno degli Assessori e, qualora non vi sia da parte loro disponibilità, potrebbe trattenerla per sé, ipotesi che va valutata favorevolmente, perché ci consentirebbe di instaurare un rapporto diretto con l’Amministrazione ed avere risposte comunque immediate.
E’ stata affrontata infine la questione della Giunta, divenuta monogenere a seguito del rimpasto, e ribadita la richiesta di nominare almeno un assessore donna, in quanto, l’attuale composizione viola le norme vigenti in materia di pari opportunità e di equilibrio della rappresentanza di genere.
Il Sindaco, irremovibile nella sua posizione di non accogliere la nostra richiesta, ha assicurato, a conclusione dell’incontro, che la sottoporrà all’esame dei Capigruppo con l’intento di trovare con loro una soluzione.
In merito al CUG, sappiamo che si stanno completato le designazioni da parte delle rappresentanze sindacali.
Sulla rinnovata richiesta di delega alle pari opportunità, il Sindaco si è impegnato a conferirla ad uno degli Assessori e, qualora non vi sia da parte loro disponibilità, potrebbe trattenerla per sé, ipotesi che va valutata favorevolmente, perché ci consentirebbe di instaurare un rapporto diretto con l’Amministrazione ed avere risposte comunque immediate.
E’ stata affrontata infine la questione della Giunta, divenuta monogenere a seguito del rimpasto, e ribadita la richiesta di nominare almeno un assessore donna, in quanto, l’attuale composizione viola le norme vigenti in materia di pari opportunità e di equilibrio della rappresentanza di genere.
Il Sindaco, irremovibile nella sua posizione di non accogliere la nostra richiesta, ha assicurato, a conclusione dell’incontro, che la sottoporrà all’esame dei Capigruppo con l’intento di trovare con loro una soluzione.
31 dicembre 2013
PRIMI RISULTATI DELLE PRIMARIE (commento su twitter di Bersani)
"Dai primi risultati delle primarie parlamentari successo di giovani e donne. Ne sono felice". E' questo il primo commento, su twitter, del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
La vera novità delle primarie parlamentari è la doppia preferenza di genere, che ha fatto registrare una grande affermazione delle donne: a Roma conquistano ben il 50 per cento delle posizioni eleggibili ed anche in provincia sono due donne le prime elette: Marietta Tidei (7.804 voti) e Anna Maria Parente (7.261), per entrambe risultato migliore di Bruno Astorre.
L’affluenza e i risultati dello spoglio – e cioè il numero dei votanti e le graduatorie dei consensi – saranno trasmessi dalle direzioni provinciali una volta espletate tutte le formalità e i conteggi al sito primarieparlamentaripd.it.
La vera novità delle primarie parlamentari è la doppia preferenza di genere, che ha fatto registrare una grande affermazione delle donne: a Roma conquistano ben il 50 per cento delle posizioni eleggibili ed anche in provincia sono due donne le prime elette: Marietta Tidei (7.804 voti) e Anna Maria Parente (7.261), per entrambe risultato migliore di Bruno Astorre.
L’affluenza e i risultati dello spoglio – e cioè il numero dei votanti e le graduatorie dei consensi – saranno trasmessi dalle direzioni provinciali una volta espletate tutte le formalità e i conteggi al sito primarieparlamentaripd.it.
23 dicembre 2012
STRALCIO DELLA TRADIZIONALE CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE MONTI del 23 DICEMBRE 2012
Vi inviamo uno stralcio delle dichiarazioni rese in conferenza stampa il 23.12.2012 dal Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, ed il punto della c.d. agenda Monti su "La donna nella società e nell'economia italiana."
……………………
Mario Monti.
Vorrei citare per ultimo un tema di sostanza che avrei dovuto mettere per primo.
Vi sorprenderà sentirmi fare un riferimento a questo tema, ma per la crescita, per l’equità, per lo sviluppo della società italiana ci vuole un salto di qualità nel modo in cui vediamo la donna nella società italiana; dal punto di vista demografico prima di tutto. E non ho bisogno di dire quali sono i provvedimenti ai quali anche l’Italia si è dedicata, ma non ancora con la focalizzazione necessaria, con le risorse necessarie per evitare quel deficit di nascite che caratterizza il nostro Paese e che ha tutta una serie di conseguenze economico-sociali ed anche psicologiche. Un paese che non guarda al futuro non fa figli, un paese che non ha bambini non guarda al futuro.
E poi dal punto di vista economico ci sono studi recenti dell’Ocse che ci dicono che una vera politica di pari opportunità genera un punto per cento in più di Pil, a parte poi l’aspetto dell’equità. Io credo che sia un compito immane, ma molto necessario. Voi avete visto che già nell’angusto orizzonte di un Governo di un anno noi abbiamo detto più volte vogliamo fare un passo per cambiare la mentalità degli italiani; spesso la risposta è stata “ma voi site matti! voi siete dei tecnici… come potete anche solo proporvi la cambiare la mentalità degli italiani”? Personalmente considero eccellente da tantissimi punti di vista la mentalità italiana, ma alcuni aspetti sono gravemente inadeguati ad una competizione nel mondo moderno.
Ebbene mi sembra di poter dire, ma non sono un esperto, uno specialista di questo tema, che il modo in cui la donna è ancora oggi vista nella società italiana, anche in elevatissime rappresentazione pubbliche, il modo in cui l’uomo si rapporta alla donna è umiliante, non può favorire la sua piena partecipazione al processo delle decisioni. Questo contribuisce a rendere lo sviluppo della società e dell’economia italiana meno robusto di quello che potrebbe essere.
Quindi mi auguro che anche questo punto, ancora da perfezionare, nella nostra agenda trovi consensi.
UN’AGENDA PER UN IMPEGNO COMUNE
PRIMO CONTRIBUTO AD UNA RIFLESSIONE APERTA
(MarioMonti)
CAMBIAREL’ITALIA, RIFORMARE L’EUROPA
STRALCIO
………………………….
Le donne nella società e nell’economia italiana
Il ruolo delle donne nella vita economica e sociale italiana merita una riflessione a parte.
L’Italia non potrà dispiegare il proprio potenziale di sviluppo economico se non riuscirà a valorizzare maggiormente le donne.
Come ha stimato la Banca d’Italia, se raggiungessimo il traguardo fissato dal Trattato di Lisbona – un’occupazione femminile al 60 per cento – il nostro prodotto interno lordo aumenterebbe del 7%. Troppe donne italiane sono relegate ai margini del mondo lavorativo: alcune hanno perso il lavoro, altre non l’hanno mai trovato. Spesso hanno un lavoro sottopagato o che le costringe a dirimere ogni giorno il conflitto fra famiglia e professione, hanno remunerazioni minori e percorsi di carriera più lenti di quelli dei colleghi uomini, anche a parità di capacità e competenze.
Le donne oggi vogliono, devono e possono contare di più: nelle istuzioni, nelle imprese, in tutti i gangli della società.
Affinché ciò accada occorre un approccio integrato. Ci vuole innanzitutto un salto di qualità nel modo un cui vediamo la donna nella società italiana: la rappresentazione pubblica del ruolo della donna deve cambiare, per poter favorire una piena partecipazione della donna al processo delle decisioni e contribuire così a rendere la società e l’economia più equa e più dinamica.
Occorre una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile, per dare una spinta decisiva all’occupazione delle donne. Le quote rose, introdotte in questa legislatura, sono una misura necessaria ma da sola non sufficiente. La parità effettiva ha bisogno anche di convincenti politiche per la non discriminazione. E servono robuste politiche di conciliazione famiglia-lavoro estese ad un numero crescente di imprese e istituzioni ed un ampliamento del congedo di paternità.
Se la maternità viene facilitata e occuparsi della cura e dell’educazione dei figli non è una corsa ad ostacoli, è più facile per le donne entrare o restare nel mercato del lavoro.
……………………
Mario Monti.
Vorrei citare per ultimo un tema di sostanza che avrei dovuto mettere per primo.
Vi sorprenderà sentirmi fare un riferimento a questo tema, ma per la crescita, per l’equità, per lo sviluppo della società italiana ci vuole un salto di qualità nel modo in cui vediamo la donna nella società italiana; dal punto di vista demografico prima di tutto. E non ho bisogno di dire quali sono i provvedimenti ai quali anche l’Italia si è dedicata, ma non ancora con la focalizzazione necessaria, con le risorse necessarie per evitare quel deficit di nascite che caratterizza il nostro Paese e che ha tutta una serie di conseguenze economico-sociali ed anche psicologiche. Un paese che non guarda al futuro non fa figli, un paese che non ha bambini non guarda al futuro.
E poi dal punto di vista economico ci sono studi recenti dell’Ocse che ci dicono che una vera politica di pari opportunità genera un punto per cento in più di Pil, a parte poi l’aspetto dell’equità. Io credo che sia un compito immane, ma molto necessario. Voi avete visto che già nell’angusto orizzonte di un Governo di un anno noi abbiamo detto più volte vogliamo fare un passo per cambiare la mentalità degli italiani; spesso la risposta è stata “ma voi site matti! voi siete dei tecnici… come potete anche solo proporvi la cambiare la mentalità degli italiani”? Personalmente considero eccellente da tantissimi punti di vista la mentalità italiana, ma alcuni aspetti sono gravemente inadeguati ad una competizione nel mondo moderno.
Ebbene mi sembra di poter dire, ma non sono un esperto, uno specialista di questo tema, che il modo in cui la donna è ancora oggi vista nella società italiana, anche in elevatissime rappresentazione pubbliche, il modo in cui l’uomo si rapporta alla donna è umiliante, non può favorire la sua piena partecipazione al processo delle decisioni. Questo contribuisce a rendere lo sviluppo della società e dell’economia italiana meno robusto di quello che potrebbe essere.
Quindi mi auguro che anche questo punto, ancora da perfezionare, nella nostra agenda trovi consensi.
UN’AGENDA PER UN IMPEGNO COMUNE
PRIMO CONTRIBUTO AD UNA RIFLESSIONE APERTA
(MarioMonti)
CAMBIAREL’ITALIA, RIFORMARE L’EUROPA
STRALCIO
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Le donne nella società e nell’economia italiana
Il ruolo delle donne nella vita economica e sociale italiana merita una riflessione a parte.
L’Italia non potrà dispiegare il proprio potenziale di sviluppo economico se non riuscirà a valorizzare maggiormente le donne.
Come ha stimato la Banca d’Italia, se raggiungessimo il traguardo fissato dal Trattato di Lisbona – un’occupazione femminile al 60 per cento – il nostro prodotto interno lordo aumenterebbe del 7%. Troppe donne italiane sono relegate ai margini del mondo lavorativo: alcune hanno perso il lavoro, altre non l’hanno mai trovato. Spesso hanno un lavoro sottopagato o che le costringe a dirimere ogni giorno il conflitto fra famiglia e professione, hanno remunerazioni minori e percorsi di carriera più lenti di quelli dei colleghi uomini, anche a parità di capacità e competenze.
Le donne oggi vogliono, devono e possono contare di più: nelle istuzioni, nelle imprese, in tutti i gangli della società.
Affinché ciò accada occorre un approccio integrato. Ci vuole innanzitutto un salto di qualità nel modo un cui vediamo la donna nella società italiana: la rappresentazione pubblica del ruolo della donna deve cambiare, per poter favorire una piena partecipazione della donna al processo delle decisioni e contribuire così a rendere la società e l’economia più equa e più dinamica.
Occorre una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile, per dare una spinta decisiva all’occupazione delle donne. Le quote rose, introdotte in questa legislatura, sono una misura necessaria ma da sola non sufficiente. La parità effettiva ha bisogno anche di convincenti politiche per la non discriminazione. E servono robuste politiche di conciliazione famiglia-lavoro estese ad un numero crescente di imprese e istituzioni ed un ampliamento del congedo di paternità.
Se la maternità viene facilitata e occuparsi della cura e dell’educazione dei figli non è una corsa ad ostacoli, è più facile per le donne entrare o restare nel mercato del lavoro.
18 dicembre 2012
Risultati della petizione popolare (Colleferro, 18/12/2012)
Ieri Martedì 18 DICEMBRE 2012, il gruppo Consulta Le Donne ha tenuto un banchetto per la raccolta firme dalle ore 10.00 alle 13.00, nella piazza antistante la posta, e dalle ore 16.00 in corso F.Turati (altezza negozio Iana)
La raccolta di 100 FIRME da allegare alla PETIZIONE POPOLARE verrà presentata all’Amministrazione comunale per l'istituzione di un organismo di rappresentanza delle donne e la sua previsione nelle norme del nuovo Statuto comunale.
Puoi aderire inviando i tuoi dati a questa mail ([email protected]) e/o facendo sottoscrivere il modulo allegato.
Vi informiamo che Martedì 11 dicembre 2012 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la LEGGE 23 novembre 2012 , n. 215,
"Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni."
Data di entrata in vigore: 26/12/2012
La raccolta di 100 FIRME da allegare alla PETIZIONE POPOLARE verrà presentata all’Amministrazione comunale per l'istituzione di un organismo di rappresentanza delle donne e la sua previsione nelle norme del nuovo Statuto comunale.
Puoi aderire inviando i tuoi dati a questa mail ([email protected]) e/o facendo sottoscrivere il modulo allegato.
Vi informiamo che Martedì 11 dicembre 2012 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la LEGGE 23 novembre 2012 , n. 215,
"Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni."
Data di entrata in vigore: 26/12/2012
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14 dicembre 2012
Arriva il SI definitivo alle norme sul riequilibrio delle rappresentanze di genere negli enti locali e nei consigli regionali.
Ieri, dopo ben quattro votazioni tra Camera e Senato, il Parlamento ha approvato definitivamente la legge bipartisan per promuovere il riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli e nelle Giunte degli enti locali e nei Consigli regionali e che introduce norme per le pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni.
Il Presidente di turno dell’Assemblea proclama il risultato della votazione nominale (palese) con registrazione dei nomi: presenti 440, votanti 374, maggioranza 188, astenuti 66, voti contrari 25, voti favorevoli 349. “La Camera approva” e all’esito del voto parte l’appaluso dell’Assemblea!
E’ un piccolo passo avanti ed un importante risultato “trasversale”, ottenuto grazie al forte impegno di parlamentari, uomini e donne, delle diverse forze politiche. Le misure introdotte, invece, non rispondono alle richieste originarie delle associazioni e movimenti femminili e, seppure contribuiranno al rinnovamento della classe politica italiana, non sono così incisive da riequilibrare effettivamente la rappresentanza di genere nelle nostre Istituzioni.
Il testo appena approvato dalla Camera introduce, tra le altre, due novità: la “quota di lista” , ossia che ogni lista deve prevedere la presenza di candidati di entrambi i sessi (un uomo, una donna), nessuno dei quali deve
superare i due terzi, e la “doppia preferenza di genere” per candidati di sesso diverso (una per il candidato uomo, l’altra per il candidato donna).
Clicca qui per scaricare il comunicato in PDF
14 dicembre 2012
Iniziative promulgative del Ministero per le Pari Opportunità
IL PERCORSO E LE TAPPE FONDAMENTALI PER LA TUTELA DEI DIRITTI DELLE DONNE
OPUSCOLO DEL DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA'
CLICCA QUI PER SCARICARE L'OPUSCOLO
PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA'
Dipartimento per le Pari Opportunità
PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA'
Dipartimento per le Pari Opportunità
25 novembre 2012
Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, ha designato il 25 novembre, come
"GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Unite, ha designato il 25 novembre, come
"GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
10 novembre 2012
IL GRUPPO CONSULTA LE DONNE RINGRAZIA
Si e' svolto presso l’Istituto Paritario G.Falcone di Colleferro l'incontro dibattito del Gruppo Consulta le donne sul tema “Costruiamo insieme la Consulta
delle donne”.
Hanno partecipato all’incontro la Presidente della Consulta Femminile della Regione Lazio Donatina Persichetti e la Consigliera di Pari opportunità della Provincia di Roma Francesca Bagni Cipriani.
E’ stata illustrata la condizione di disparità, tanto sociale che politica, che ancora esiste tra il genere maschile e femminile in Italia; gli sviluppi della legislazione in merito, dalla costituzione della Repubblica ad oggi; l’introduzione degli organismi territoriali di pari opportunità, la loro funzione e i loro obiettivi. Alcuni interventi di taglio più politico, hanno voluto rappresentare la realtà nel nostro Comune; mentre altri più tecnici hanno ricostruito la vicenda di alcuni ricorsi al TAR presentati contro le Giunte monogenere sulla base della normativa vigente.
La partecipazione, numerosa ed attenta, ha dimostrato che i cittadini di Colleferro attendono e vogliono sostenere queste iniziative, intraprese oggi per la rappresentanza femminile, domani per i giovani, e comunque nell'interesse dell'intera comunità.
"Diamo appuntamento alle donne, ai giovani e a tutti i cittadini per le nostre prossime proposte di sensibilizzazione ed azione concreta. Chiederemo all'Amministrazione di volersi confrontare con noi in quanto interlocutori, sostenuti dalla forza della partecipazione popolare; avvieremo progetti per favorire la formazione di una nuova coscienza sociale e per sostenere le donne di
Colleferro nelle situazioni di disparità di genere, sia nella vita quotidiana che nel loro futuro, auspicando ad un percorso di effettiva parità nelle Istituzioni comunali".
Il gruppo Consulta le Donne ringrazia tutti coloro che partecipando hanno dato il proprio sostegno e contributo, e ribadisce l’importanza della collaborazione attiva tra cittadini.
Si e' svolto presso l’Istituto Paritario G.Falcone di Colleferro l'incontro dibattito del Gruppo Consulta le donne sul tema “Costruiamo insieme la Consulta
delle donne”.
Hanno partecipato all’incontro la Presidente della Consulta Femminile della Regione Lazio Donatina Persichetti e la Consigliera di Pari opportunità della Provincia di Roma Francesca Bagni Cipriani.
E’ stata illustrata la condizione di disparità, tanto sociale che politica, che ancora esiste tra il genere maschile e femminile in Italia; gli sviluppi della legislazione in merito, dalla costituzione della Repubblica ad oggi; l’introduzione degli organismi territoriali di pari opportunità, la loro funzione e i loro obiettivi. Alcuni interventi di taglio più politico, hanno voluto rappresentare la realtà nel nostro Comune; mentre altri più tecnici hanno ricostruito la vicenda di alcuni ricorsi al TAR presentati contro le Giunte monogenere sulla base della normativa vigente.
La partecipazione, numerosa ed attenta, ha dimostrato che i cittadini di Colleferro attendono e vogliono sostenere queste iniziative, intraprese oggi per la rappresentanza femminile, domani per i giovani, e comunque nell'interesse dell'intera comunità.
"Diamo appuntamento alle donne, ai giovani e a tutti i cittadini per le nostre prossime proposte di sensibilizzazione ed azione concreta. Chiederemo all'Amministrazione di volersi confrontare con noi in quanto interlocutori, sostenuti dalla forza della partecipazione popolare; avvieremo progetti per favorire la formazione di una nuova coscienza sociale e per sostenere le donne di
Colleferro nelle situazioni di disparità di genere, sia nella vita quotidiana che nel loro futuro, auspicando ad un percorso di effettiva parità nelle Istituzioni comunali".
Il gruppo Consulta le Donne ringrazia tutti coloro che partecipando hanno dato il proprio sostegno e contributo, e ribadisce l’importanza della collaborazione attiva tra cittadini.
comunicato_stampa_10.11.12_def_s.pdf | |
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CLICCA QUI PER SCARICARE LA BROCHURE CON LA PRESENTAZIONE DEL GRUPPO ED IL PROGRAMMA
10 ottobre 2012
COMUNICATO DI LEGGE SULLE PARI OPPORTUNITA'
Nella seduta di oggi, 10.10.2012, il Senato ha approvato il disegno di legge, composto di cinque articoli, che
“garantisce” la Rappresentanza di genere negli organi regionali e locali a seguito di elezioni amministrative.
http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/38334_testi.htm
Il testo sarà ora trasmesso alla Camera per la sua definitiva approvazione; se i deputati approveranno il testo del Senato senza ulteriori modifiche, esso diventerà legge dello Stato ed entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
E’ un ulteriore passo verso l’obiettivo di garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica del nostro paese.
“Non è una questione di quote, ma di misure attive. Non è una questione di donne, ma di democrazia rappresentativa e di crescita culturale e sociale del Paese”.
Dalle tribune del pubblico delegazioni di associazioni come la Rete per la parità, Democrazia paritaria, Se non ora quando, Ande e Consulta le Donne hanno seguito l’esame del disegno di legge.
Le nuove norme incidono sulla legislazione elettorale degli enti locali, sui loro organi di governo e sulle modalità di accesso alle relative cariche elettive (consigli comunali e regionali, giunte comunali e provinciali) di Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti, ed incidono altresì sulla presenza femminile nelle commissioni di concorso nei pubblici uffici.
E’ previsto che gli enti locali dovranno modificare le proprie norme statutarie per garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti, ricorrendo eventualmente al meccanismo della quota di lista e della
doppia preferenza di genere per candidati di sesso diverso.
La quota di lista comporta che ogni lista debba prevedere la presenza di candidati di entrambi i sessi e che nelle liste di candidati alla carica di consigliere comunale nessuno dei due generi possa superare i due terzi dei candidati. Nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, in caso di violazione, vengono cancellati i candidati 'eccedenti' tale quota, fino alla ricusazione della lista stessa.
La doppia preferenza di genere comporta che l’elettore possa esprimere due preferenze (anziché una, com’è nella normativa vigente), ma che vadano una per il candidato uomo, l’altra per il candidato donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. La doppia preferenza, una per genere, è solo una opzione
eventuale.
Per la composizione di Giunte comunali e provinciali è prevista la "garanzia della presenza di entrambi i sessi", nel rispetto del principio delle pari opportunità.
Anche per la legislazione regionale in materia elettorale si dovrà osservare la promozione della suddetta parità, ma in questa materia lo Stato si limita esclusivamente a dettare i principi.
E’ disciplinata la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie ed alla comunicazione politica" (c.d. par condicio).
Infine, per i pubblici uffici è prevista la parità nella composizione delle Commissioni di concorso con la previsione che l’atto di nofiche.
Nella seduta di oggi, 10.10.2012, il Senato ha approvato il disegno di legge, composto di cinque articoli, che
“garantisce” la Rappresentanza di genere negli organi regionali e locali a seguito di elezioni amministrative.
http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/38334_testi.htm
Il testo sarà ora trasmesso alla Camera per la sua definitiva approvazione; se i deputati approveranno il testo del Senato senza ulteriori modifiche, esso diventerà legge dello Stato ed entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
E’ un ulteriore passo verso l’obiettivo di garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica del nostro paese.
“Non è una questione di quote, ma di misure attive. Non è una questione di donne, ma di democrazia rappresentativa e di crescita culturale e sociale del Paese”.
Dalle tribune del pubblico delegazioni di associazioni come la Rete per la parità, Democrazia paritaria, Se non ora quando, Ande e Consulta le Donne hanno seguito l’esame del disegno di legge.
Le nuove norme incidono sulla legislazione elettorale degli enti locali, sui loro organi di governo e sulle modalità di accesso alle relative cariche elettive (consigli comunali e regionali, giunte comunali e provinciali) di Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti, ed incidono altresì sulla presenza femminile nelle commissioni di concorso nei pubblici uffici.
E’ previsto che gli enti locali dovranno modificare le proprie norme statutarie per garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti, ricorrendo eventualmente al meccanismo della quota di lista e della
doppia preferenza di genere per candidati di sesso diverso.
La quota di lista comporta che ogni lista debba prevedere la presenza di candidati di entrambi i sessi e che nelle liste di candidati alla carica di consigliere comunale nessuno dei due generi possa superare i due terzi dei candidati. Nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, in caso di violazione, vengono cancellati i candidati 'eccedenti' tale quota, fino alla ricusazione della lista stessa.
La doppia preferenza di genere comporta che l’elettore possa esprimere due preferenze (anziché una, com’è nella normativa vigente), ma che vadano una per il candidato uomo, l’altra per il candidato donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. La doppia preferenza, una per genere, è solo una opzione
eventuale.
Per la composizione di Giunte comunali e provinciali è prevista la "garanzia della presenza di entrambi i sessi", nel rispetto del principio delle pari opportunità.
Anche per la legislazione regionale in materia elettorale si dovrà osservare la promozione della suddetta parità, ma in questa materia lo Stato si limita esclusivamente a dettare i principi.
E’ disciplinata la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie ed alla comunicazione politica" (c.d. par condicio).
Infine, per i pubblici uffici è prevista la parità nella composizione delle Commissioni di concorso con la previsione che l’atto di nofiche.
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10 ottobre 2012
Rappresentanze di genere negli organi regionali e locali
Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle di concorso nelle commissioni pubbliche amministrazioni.
PROPOSTA DI LEGGE NUMERO 3290-A (clicca qui)
Rappresentanze di genere negli organi regionali e locali
Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle di concorso nelle commissioni pubbliche amministrazioni.
PROPOSTA DI LEGGE NUMERO 3290-A (clicca qui)
In occasione della “ Giornata Internazionale della democrazia ”, abbiamo
presentato al Comune di Colleferro la richiesta per l'istituzione di un organismo di pari opportunità, volto a riequilibrare la scarsa presenza femminile nelle Istituzioni comunali.
Si tratta di una iniziativa istituzionale politica, apartitica; la richiesta si muove
infatti nel solco di un disegno di legge già approvato alla Cameraed in discussione al Senato, che presto obbligherà gli Enti Locali ad adeguarsi alla normativa sulle Pari Opportunità.
Proponiamo la Consulta delle Donne, organo, appunto consultivo, che ogni cittadino potrà adire, per segnalare situazioni di discriminazione, e che potrà stimolare iniziative nell'ambito delle pari opportunità.
Abbiamo già depositato numerose firme, ma la raccolta continua e la lista di adesione è aperta. Per questo chiediamo la tua firma a sostegno della richiesta e la tua attiva partecipazione alle nostre iniziative.
presentato al Comune di Colleferro la richiesta per l'istituzione di un organismo di pari opportunità, volto a riequilibrare la scarsa presenza femminile nelle Istituzioni comunali.
Si tratta di una iniziativa istituzionale politica, apartitica; la richiesta si muove
infatti nel solco di un disegno di legge già approvato alla Cameraed in discussione al Senato, che presto obbligherà gli Enti Locali ad adeguarsi alla normativa sulle Pari Opportunità.
Proponiamo la Consulta delle Donne, organo, appunto consultivo, che ogni cittadino potrà adire, per segnalare situazioni di discriminazione, e che potrà stimolare iniziative nell'ambito delle pari opportunità.
Abbiamo già depositato numerose firme, ma la raccolta continua e la lista di adesione è aperta. Per questo chiediamo la tua firma a sostegno della richiesta e la tua attiva partecipazione alle nostre iniziative.